martedì 24 gennaio 2012

Visione in rosa e nero

E’ il dodici di novembre del ****, e Roma, come al solito, sembra uscita da una delle sue cartoline, il reale dall’arte, l’originale dalla copia, o qualcosa del genere. Sull’autobus un vecchio signore non fa altro che tirarmi la manica della giacca e dirmi cose curiose, come mi ricordi me da vecchio nel passato, e, considerata la mia giovane età, non è esattamente un complimento; così gli sorrido e gli parlo, con affetto e trasporto, del tempo. Sceso in Via del Corso, mi dirigo verso Piazza Colonna: a palazzo Chigi, infatti, si sta svolgendo una riunione del Politicante dimissionario e del suo Sostituto, che qui non nominerò; la gente, fuori, aspetta l’uscita del Politicante per vederlo sconfitto, o per lanciare un ultimo insulto. Una signora sui sessanta e i capelli inequivocabilmente azzurri, di fianco a me, pare parecchio presa dalla grottesca situazione, lancia urla poco intelliggibili e ride con la sua amica e un cane di piccola taglia.
Quand’ecco che qualcosa cambia: da un luogo non definito arriva un urlo più forte degli altri, «Sta per uscire, il pelato! sta per uscire!» (curiosamente, la voce mi è parsa quella del vecchio dell’autobus) e tutti si zittiscono.
Il grande portone di palazzo Chigi si apre.
Esce, saltando, esce Giulio Migliaccio.
Raggiunge un gruppo di ragazzette festanti e firma un pugno di autografi, sorridente come il sole, vestito con i pantaloncini corti e la maglietta a maniche lunghe del Palermo (a novembre, si sa, fa freddo). Poi il Divo torna dentro il palazzo, scartando agilmente dei sorpresi giornalisti, bailando futbol con una pallina matta.

(Non troppo lontano, Totti, a casa sua, piange lacrime amare.)

Nessun commento:

Posta un commento

Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.