Quel nome così estraneo, così strano, per cui nessuno nessuno l’aveva mai preso in giro, ma ne era certo, che l’avrebbero fatto, non gli era mai piaciuto.
C’era andato a fare una gita l’anno prima, li aveva portati, con la scuola, maestra Speranza, quella maestra così bella coi suoi capelli arancioni e le gonne coi fiori, ma che a volte sorrideva leggermente leggendo l’appello, lui se ne accorgeva, l’aveva vista, quando leggeva il suo nome.
Così, il piccolo decise di appiccare il fuoco all’ufficio dell’anagrafe. E cancellare tutti i nomi.
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